Ancora problemi: che fine farà “The Hobbit” ?

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Sembrava essere giunta una strana tranquillità sul progetto “The Hobbit”, ma in men che non si dica é tutto tornato nell’occhio del ciclone, creando ulteriori problemi e non poche polemiche su questo prequel della saga de “Il signore degli anelli”.
I sindacati degli attori (Screen Actors Guild, Canadian Actors Equity, US Actors Equity, Media, Entertainment & Arts Alliance of Australia e British Actors’ Equity) hanno chiesto ai propri membri di non accettare per alcun motivo un ruolo all’interno della pellicola; dietro a questa richiesta vi sarebbe la mancanza di assicurazioni in merito alle condizioni di lavoro e alle retribuzioni. Qualora un attore decidesse però di accettare la proposta, verrebbe automaticamente espulso dal sindacato e costretto a pagare una multa.

Questo atteggiamento sembra quindi penalizzare il regista Peter Jackson che ha così commentato: Personalmente, non ho nulla contro i sindacati. Sono membro leale e orgoglioso di tre sindacati di Hollywood, quello dei registi, quello dei produttori e quelli degli autori. La Screen Actors Guild ha tutto il mio sostegno.”
Il regista sarebbe pronto a sposare le riprese del film causando non pochi problemi alla cinematografia neozelandese: “C’è una logica perversa nel vedere la Nuova Zelanda umiliata a livello internazionale, lasciandosi sfuggire The Hobbit a favore dell’Europa dell’Est. La Warner subirebbe un danno economico tale da spingere gli altri studi di produzione a tenersi bene alla larga della Nuova Zelanda. Seriamente, se The Hobbit si sposterà in Europa, attendetevi un lungo periodo di carestia cinematografica in questo paese.”
Il regista ha poi spiegato che secondo lui non vi sono accordi ingiusti stipulati per la pellicola.

Alessandra Battistini

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